Alcune cose sulla questione Villari-Orlando
Primo: non esiste alcuna norma (costituzionale o no) che obblighi la maggioranza a lasciare che sia l’opposizione a determinare i presidenti delle commissioni di vigilanza e controllo, quindi intanto possiamo smetterla di parlare di regime e dittatura e Videla, ché siamo ridicoli.
Secondo: è prassi fare in questo modo, è cosa buona e giusta, e solitamente maggioranza e opposizione si accordano – si accordano – su un nome dell’opposizione. E’ quello che è sempre successo, chiunque abbia governato, ed è quello che è successo anche in questa legislatura per la commissione di controllo sui servizi segreti. Si accordano vuol dire si accordano, trattano, si parlano, e non esiste possibilità di accordo quando una delle due parti dice che o si fa così o niente. Fare così è anche un capolavoro di stupidità, dato che si è in minoranza e si fa questa battaglia – per giunta con pubbliche proposte di scambi di nomine, altra mossa geniale – per un candidato incompetente in materia, vecchio, sbroccato, pluritrombato e per giunta di un altro partito.
La conventio ad excludendum non è nei confronti dell’Idv, alla quale tutti – anche il Pd – hanno chiesto quantomeno di dare una rosa di nomi tra cui poter scegliere, una rosa di nomi di loro esponenti. La conventio ad excludendum è nei confronti di Orlando, e mi pare che quando si fa una trattativa e un accordo è legittimo che una delle due parti possa dire no su qualcosa, e poi ci si mette d’accordo.
C’è un problema di stupidità – si tratta di stupidità, per forza – del Partito Democratico, se i dirigenti decidono di inerpicarsi in questa solenne battaglia epocale con toni da fine-di-mondo quando era chiaro anche agli orbi che si sarebbe arrivati a una cosa come l’elezione di Villari, e quella cosa sarebbe andata bene a tutti eccetto che a loro. A Di Pietro l’elezione di Villari va molto meglio dell’elezione di Orlando, che poi forse sarebbe pure passato al Pd; al Pdl va meglio Villari che Orlando, che era il candidato che legittimamente non volevano, e non perché è uno che denuncia gli intrallazzi di Berlusconi, bensì perché è uno – e con lui il suo partito – che sugli intrallazzi di Berlusconi si è costruito una carriera politica, che gli intrallazzi se li inventa quando non ci sono (è uno che accusò Falcone di essere connivente con la mafia, per dirne una) e che davanti a un moscerino direbbe che ha visto una tigre (vedi la storia del regime, di Videla, eccetera). E noi in mezzo come degli idioti a tenere il gioco di Di Pietro e Berlusconi.
Dovremmo indignarci per l’elezione di Villari? Dovremmo chiedergli di piegarsi al volere del partito per una faccenda di inutili poltrone, dopo che non lo abbiamo chiesto a nessuno, anche in casi ben più gravi? Dovremmo gridare all’allarme democratico perché all’inutile presidenza della commissione di vigilanza c’è un valido e onesto membro dell’opposizione? Perché è valido e onesto, no?, se no non lo avrebbero candidato alle elezioni, giusto? Villari si tenga la sua inutile poltrona, il Pd incassi questa meritatissima sconfitta, determinata non dalla smania di potere di Berlusconi ma dal proprio dilettantismo e dalla loro impreparazione. Qui, francamente, ne abbiamo abbastanza.