Un giorno tutto questo finirà
La situazione del Pd a Roma è perfettamente in linea a quella del Pd nazionale, cioè una schifezza.
Roma – che non è solo la capitale d’Italia, ma è anche il posto in cui si è presa la peggiore batosta elettorale degli ultimi anni – è senza un segretario cittadino e un segretario regionale da mesi, e non si è ancora capito come bisognerebbe eleggere i rappresentanti di queste due cariche. O meglio, il come lo si sta iniziando a capire, cioè in un modo che contraddice palesemente lo statuto del partito, ma si è tardato così tanto perché non ci si è messi d’accordo sui nomi, come sempre. Nel frattempo che ci si metteva d’accordo sui nomi, solita pantomima: prima si dice che le primarie non si fanno, poi si dice che si fanno, quindi si dice di una candidatura Morassut a segretario regionale, poi si torna indietro e di nuovo niente primarie, poi si dice di una candidatura Cuperlo (un friulano cresciuto in Emilia ed eletto in Toscana: quando si dice l’uomo giusto), poi si dice di uno stop a Cuperlo per far fare a Morassut la fine di Veltroni, cioè del candidato che non spacca il partito così che il partito possa spaccare lui al primo passo falso.
Non ci rimane che la speranza che esista un limite all’autolesionismo di questo partito e al distacco dalla realtà dei suoi dirigenti, ma la vedo dura.
P.S.: Anche i buoni, dall’altro lato, non se la passano bene, e iniziative come questo sciopero della fame di Roberto Giachetti sono, seppur condivisibili nel merito, completamente ridicole nel metodo. Ci vorrebbe un po’ di decenza e senso della misura: la scelta sul fare o no le primarie a Roma è una questione politica legittima e opinabile, non sono in ballo diritti umani. Lo sciopero della fame in queste circostanze non è una “iniziativa non violenta” ma è, piuttosto, un ricatto violento verso chi si trova a prendere una decisione politica. Vuol dire che ora o si fa come dice Giachetti o Giachetti muore. Perché Giachetti si lascia morire se non facciamo le primarie a Roma, vero?
aggiornamento: mentre si decide di far eleggere il segretario regionale dall’assemblea regionale, è ancora in vigore – nonché raggiungibile sul sito del Pd Lazio, grazie a Corrado – un regolamento che stabilisce che il segretario sarà eletto il 13 dicembre, tramite elezioni primarie. Dilettanti allo sbaraglio, dilettanti allo sbaraglio