Il porto franco
Ho scoperto in maniera abbastanza fortuita questa intervista che Francesco Cossiga ha rilasciato al quotidiano israeliano Yediot Aharonot (qui in italiano). Ora, Cossiga è notoriamente e da tempo uno che le spara grosse, però il contenuto di questa intervista è inquietante – e ancora più inquietante è il fatto che nessuno ne abbia parlato, nemmeno per prendersi il disturbo di smentire quanto affermato dal senatore a vita.
Tutto è cominciato lo scorso agosto, quando la maggior parte degli italiani inondava le spiagge per le vacanze estive. In un’intervista al Corriere della Sera, Bassam Abu Sharif, considerato il ministro degli esteri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina negli Anni Settanta e Ottanta, ha svelato che in quegli anni i Governi di Roma permettevano ad organizzazioni terroristiche palestinesi di agire liberamente in territorio italiano, in cambio [di un impegno] a non colpire obiettivi nazionali in Italia e nel mondo. L’accordo, secondo Abu Sharif, era stato denominato “L’Accordo Moro”, riprendendo il nome di Aldo Moro, ex Presidente del Consiglio assassinato nel 1978, che ne era il responsabile.
Cossiga si è affrettato [in agosto] a confermare le asserzioni di Abu Sharif. «Ho sempre saputo – benché non sulla base di documenti o informazioni ufficiali, sempre tenuti celati nei miei confronti – dell’esistenza di un accordo sulla base della formula “tu non mi colpisci, io non ti colpisco” tra lo Stato italiano ed organizzazione come l’OLP ed il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina», ha ammesso in un articolo pubblicato dal Corriere.
Ma quella pubblicazione aveva lasciato dei buchi, degli interrogativi troppo grandi. Se l’Italia aveva ottenuto l’immunità dal terrorismo palestinese, come mai ebbero luogo nel Paese attentati sanguinosi contro obiettivi ebraici? Se c’era un accordo, come mai vi erano stati uccisi ebrei innocenti?
Ora Cossiga rivela tutta la verità. «In cambio di una “mano libera” in Italia», ammette in un’intervista speciale, «i palestinesi hanno assicurato la sicurezza del nostro Stato e [l’immunità] di obiettivi italiani al di fuori del Paese da attentati terroristici – fin tanto che tali obiettivi non collaborassero con il sionismo e con lo Stato d’Israele». In altre parole: gli italiani non si toccano, ma se sono ebrei – questo è già un altro paio di maniche.
Basterebbe questo – insieme ai dettagli raccapriccianti sulla sorveglianza della polizia alla Sinagoga di Roma che sparisce il giorno dell’attentato, o al fatto che l’Italia non si considerasse parte in causa riguardo alla strage di Fiumicino – a demolire la mitologia di Aldo Moro che ci è stata tramandata a seguito della sua tragica fine. Se solo qualcuno fosse interessato a scoprire la verità.