Scheda bianca
La vicenda delle primarie dei Giovani Democratici diventa ogni giorno più deprimente, dopo tutto il macello attorno alla raccolta delle firme. C’è il candidato di apparato, Fausto Raciti, che ho conosciuto e mi sembra in gamba, seppure probabilmente non il più adatto a rivoluzionare ruoli e logiche delle giovanili di partito (qui si è per abolirle del tutto, le giovanili). C’è la radicale Giulia Innocenzi, sveglia e ciarliera come tutti i radicali – grida di incostituzionalità un giorno sì e l’altro pure – ma il cui impegno in questa causa sembra un po’ peloso. C’è Dario Marini, di Brescia, che pare avere almeno il merito di essere un outsider. Oggi però ho letto la sua dichiarazione d’intenti. E mi sono cadute le braccia.