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La «deriva putiniana»

Magomed Yevloyev è morto in Inguscezia il 31 agosto: gli hanno sparato un colpo in testa, mentre si trovava sotto la custodia della polizia. Telman Alishayev, reporter di Islamic Tv in Dagestan, è morto il giorno dopo: altro colpo di pistola in testa. Nello stesso giorno Milosav Bitokov, editore di un settimanale in una regione nel sud della Russia, è stato bastonato nei pressi di casa sua e condotto in ospedale con varie fratture. Alla fine di agosto Zurab Tsechoyev, editore del sito sui diritti umani Mashr, è stato sequestrato e torturato per ore dalle forze di sicurezza russe. Una settimana prima Roza Malsagova è volata a Parigi con i suoi tre figli per chiedere asilo dopo le pressioni e le minacce sofferte. E parliamo solo dei giornalisti.