I veri martiri
Ci avevo già pensato quando lessi la storia agghiacciante di Mithal al-Alusi, che è quel politico del Partito Democratico Iracheno che ha visitato Israele, ha detto che l’Iraq dovrebbe trattare lo stato ebraico come un alleato e non come un nemico e per questo gli hanno ammazzato due figli, il parlamento iracheno lo ha privato dell’immunità, gli ha proibito di viaggiare e ora lo processa per essersi macchiato del reato di aver visitato un paese nemico (rischia la pena di morte: deve farne di strada l’Iraq, altro che Petraeus).
Avevo pensato a come a un palmo di naso da casa nostra accadano cose che se accadessero qui provocherebbero delle sollevazioni popolari (si spera, almeno), e invece il fatto che accadano in posti con nomi strani, distanti o – peggio ancora – in cui la religione prevalente è l’Islam fa sì che si guardi a esse con infinita e inspiegabile indulgenza, ove non addirittura con totale indifferenza.
Ci ho ripensato quindi oggi, quando ho letto di Sherry Jones, giornalista americana che ha scritto un saggio sulla terza moglie di Maometto, Aisha, che sposò (sic) il cinquantenne profeta all’età sei anni. Non è tanto il fatto che le case editrici si rifiutino di pubblicare il libro per paura di ritorsioni e violenze (una cosa che da sola farebbe già gridare vendetta), non è nemmeno che le autorità pubbliche di uno stato democratico non facciano di tutto per permettere a Sherry Jones e alla sua casa editrice di pubblicare quel che vogliono. Il punto è che Sherry Jones riceve quotidiane minacce e rischia di fare la stessa fine di Theo Van Gogh, accoltellato a morte; di Hitoshi Igarashi, pugnalato a morte; di William Nygaard, ucciso a colpi di pistola, o dei trentasette uccisi in un albergo in Turchia nel tentativo di linciare Aziz Nesin, reo di aver tradotto Salman Rushdie.
Io trovo gravissimo e scandaloso che la cosiddetta destra abbia sorpassato la cosiddetta sinistra nella difesa di questi innocenti, e trovo altrettanto scandaloso che un certo terzomondismo relativista e i retaggi di un’antiamericanismo ideologico possano aver portato la sinistra italiana al totale disinteresse verso casi enormi come questi. Quand’è che abbiamo iniziato a fare i laici solo col Joseph Ratzinger e non col mullah Omar? Quando abbiamo iniziato a fare più baccano per un programma cancellato alla Guzzanti piuttosto che per un libro non pubblicato o per uno scrittore sotto scorta, anche in casa nostra – e penso a Magdi Allam, giusto per citare quello che mi sta in assoluto più antipatico?
E’ sicuramente un po’ svuotare il mare col secchiello, ma su questo blog qualcosa la vogliamo fare, specie perché ci auguriamo che spesso si tratti di un problema di cattiva informazione e non di cattiva fede. Raccoglieremo informazioni e daremo visibilità e aggiornamenti su casi come quelli di Sherry Jones e Mithal al-Alusi, provocheremo, incalzeremo e ci arrabbieremo, come spesso ci accade quando si parla di queste cose: perché non si può essere civili, laici e democratici, part time.