Generi
Alla fine il caro vecchio John ha spiazzato tutti: altro che Mitt Romney, la scelta per la vicepresidenza è caduta sulla governatrice dell’Alaska Sarah Palin. I perché di questa scelta sono due: l’appealing sull’elettorato religioso (noto punto debole del candidato repubblicano) e – soprattutto – l’appealing sulle elettrici di Hillary Clinton. Quello di McCain è praticamente un all in: di certo non gli è mancato il coraggio.
Poi, ne scrivo ampiamente appena ho un po’ di tempo, si pone una bella domanda a un certo femminismo di maniera: votare il candidato maggiormente women-friendly, anche se ha battuto una donna alle primarie, oppure votare il candidato meno women-friendly, con una donna tutta casa e chiesa come vicepresidente? (c’entra, ma in maniera abbastanza laterale, il bel pezzo di Matt Bai sul Nyt Magazine – sta anche sull’Internazionale della settimana scorsa – su Obama e la politica post-razziale)