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Avrà trovato occupato

Non potete capire quanto possa essere frustrante studiare giornalismo e leggere continuamente degli enormi (e sacrosanti) pipponi su quanto il giornalista debba essere certo al 100% delle informazioni che fornisce, su quanto debba verificare ogni informazione da più fonti, su quanto puntare sempre alla massima precisione e alla massima affidabilità. E su quanto sia questa, in fondo, l’affidabilità, la cosa che rende la carta stampata diversa dal citizen journalism e dalla rete.

L’ultima volta che ho letto una cosa del genere su un testo universitario sono stato seriamente tentato di stamparmi tutte le puntate della rubrica di Luca sulle “notizie che non lo erano” e sbattere il faldone sul tavolo al primo accenno del professore a questa storia dell’affidabilità della rete. Poi mi sono placato, ma certe cose continuano a farmi girare le scatole.

Oggi Repubblica.it parla del correntismo sfrenato del Pd e delle tonnellate di associazioni e fondazioni che stanno nascendo – qui trovate un utile compendio – e chiosa:

Ultima new entry: gli under 40, i Mille di Luca Sofri e Ivan Scalfarotto, debutto previsto per fine luglio.

Primo.
Premetto che le correnti in sé non sono niente di male, e la stessa cosa mi sento di dire delle associazioni e delle fondazioni, qualora nascano davvero per gli scopi per cui dicono di nascere (nel caso di Red il patrocinio di D’Alema, la presidenza all’ulivista De Castro e il nome dicono tutti la stessa cosa: ciambella alla sinistra radicale). Detto questo, il punto è che iMille non sono nè una corrente nè una fondazione nè una associazione. Non hanno tesserati nè iscritti, non hanno statuti e organigrammi. Sono un gruppo di persone sempre più largo e poroso che si è messo a fare delle cose insieme sulla base di alcune idee comuni. Se iMille fossero una corrente non si spiegherebbe come sarebbero riusciti a mettere nella stessa stanza dalemiani e veltroniani, lettiani e adinolfiani, lombardi e veneti, parlamentari e outsider, eccetera.
Va bene – anzi, non va bene – che in nome del colore da dare a un pezzo si semplifichi fino a raccontare cose non vere; va bene – anzi, non va bene – che il giornalismo italiano sia talmente pigro da andare per manie e saltellare dai pitbull all’aviaria al bullismo, ma non è che ora se tre persone si incontrano stanno sicuramente facendo una corrente, ok?

Secondo.
Debutto? New entry? Un anno fa di questi tempi iMille c’erano già, ricevevano tonnellate di email di adesione e si organizzavano in giro per l’Italia in vista delle primarie. Alla faccia del debutto.

Per sapere queste cose Claudia Fusani non avrebbe dovuto sudare sette camicie, ma mandare una email a uno qualsiasi degli indirizzi email dei Mille o cercare di contattare Ivan Scalfarotto, Marco Simoni o il sottoscritto, come hanno fatto senza particolari problemi decine di giornalisti.