Un’altra inutile notte insonne
Le date veramente importanti finora nella corsa delle primarie democratiche americane sono state due: il supertuesday del 5 febbraio e il 4 marzo, col voto in Texas e Ohio. In entrambe le circostanze un manipolo di appassionati di politica americana nonché tifosi di Barack Obama si riunì nella mia umile dimora per seguire l’election night (nel dettaglio: io, lui e lui per il supertuesday; io, lui e lei per il 4 marzo), e in entrambe le circostanze andò maluccio. Per carità, Barack si difendeva bene, ma noi speravamo nella notte della vittoria e ci siamo dovuti sorbire tutte e due le volte il victory speech di Hillary. Per questo motivo dopo la seconda notte passata coi musi lunghi abbiamo deciso che è casa mia che porta sfiga, e quindi per adesso ognuno a casa propria e il 4 novembre si vedrà. Qui si pensa che in politica e nel calcio la scaramanzia sia fattore determinante più di tanti altri (più degli allenatori o delle donazioni degli elettori, per dire) per cui ci guardiamo bene dall’infrangere il divieto di riunione: stasera l’election night me la seguo da solo e a questo punto ci scappa pure un bel liveblogging, ché non faccio uno vero da oltre due anni e tocca riprendere l’abitudine. Marzullo direbbe – un giorno vi racconterò di come so recitare Marzullo a memoria, ma facciamo un’altra volta – che “cari amici della notte, per chi è ancora sveglio, per chi non ha voglia o non può dormire, per chi vuole saperne di più” dei risultati delle primarie democratiche in Indiana e North Carolina, ci si vede qui, dall’1,00 del mattino in poi.
3.32 – Obama ha appena finito di parlare (solito gran bel discorso, solito clima da stadio), io ho finito il pezzo che leggerete domattina su Giornalettismo. Gli scrutini sono ancora in corso, ma i risultati sono ormai definiti. In Indiana vince Hillary 52% a 48%, in North Carolina vince Obama 57% a 41%. L’analisi completa del voto la leggerete domani, intanto vi dico una cosa sola: mi sa che abbiamo portato bene. Buona notte
3.14 – Parla Obama, e si congratula subito con Hillary attribuendole una risicata vittoria in Indiana
3.02 – Tra poco dovrebbe parlare Obama, che continua a ridurre lo svantaggio in Indiana: ora Hillary è avanti 53 a 47
2.45 – Dò per scontato che vada a finire con una vittoria di misura di Hillary in Indiana e una larghissima di Obama in North Carolina, e mi metto a scrivere il pezzo per Giornalettismo. Continuo ad aggiornarvi però sulle cose più importanti, inizia il countdown per i discorsi dei due candidati
2.43 – Secondo CBS, Hillary vincerà l’Indiana di una manciata di voti. Questo permetterebbe a Obama di aumentare il suo vantaggio sul fronte dei delegati e del voto popolare, annullando l’effetto pro-Hillary del voto in Pennsylvania
2.37 – Intanto, giusto per gratificare chi legge, vi comunico che il sottoscritto stanotte ha dormito tre ore su un divano, domattina ha un concorso e deve aspettare di vedere dove va a finire l’Indiana per poi scrivere una analisi del voto per Giornalettismo. La dura vita del blogger
2.35 – Mi correggo: Obama è in North Carolina e non in Indiana
2.34 – Axelrod chiude il briefing con la stampa: “Sono convinto che questa corsa finirà molto prima della convention”. Intanto Barack accorcia in Indiana: ora Hillary è avanti 54 a 46
2.32 – Axelrod: “Vediamo il traguardo”
2.30 – Siamo a metà del guado in Indiana: sempre 55 a 45 per Hillary
2.26 – Axelrod è pesantissimo: “Hillary non ha alcuna strategia per vincere la nomination; la strategia di Hillary è distruggere Obama e arrivare viva alla convention, per poi spaccare il partito”
2.25 – La conferenza stampa al quartier generale di Obama prosegue: Axelrod e Gibbs – vestiti entrambi con colori discutibili – fanno spin a tutto spiano
2.24 – Punto della situazione. In Indiana, 47% delle contee, 55% Hillary, 45% Barack. In North Carolina, 11% delle contee, Barack 64%, Hillary 34%
2.22 – Si conferma la tendenza per cui Obama vince nelle città e Hillary nei sobborghi e nelle campagne.
2.19 – Chiedono ad Axelrod se Hillary può realmente avere la nomination. Lui: “Well, the math is math: she have to close with seventy percent all the races”. In parole povere, è impossibile
2.16 – Era meglio non vederlo: Robert Gibbs, il direttore delle comunicazioni di Obama, il prossimo Toby Ziegler.. ha i capelli rossi
2.15 – Io Axelrod lo facevo un ragazzotto, invece è un signore coi baffi e piuttosto in sovrappeso
2.13 – Conferenza stampa da Obama, parla David Axelrod, il suo stratega politico
2.12 – Considerato che lo stato più grande in palio oggi – e non ne rimangono molti – è andato a Obama in maniera quasi plebiscitaria, e l’altro è ancora molto combattuto, ci si chiede sulla Cnn: cosa deve succedere ancora perché Hillary si ritiri?
2.09 – Fox ha una proiezione che vede Hillary vincente in Indiana 52 a 48. Ci sembrano numeri realistici, e sono numeri che accoppiati all’uppercut di Obama in North Carolina rappresentano un brutto colpo per Hillary
2.07 – Io credevo che il mantra su cosa-farà-al-gore fosse una cosa ristretta a noi fissati, una pure ipotesi di scuola, una cosa surreale. A giudicare da quanto se ne parla – sulla Cnn non c’è un solo ospite che non si veda rivolta questa domanda – sembra che non sia così
2.06 – 56 a 44 per Hillary in Indiana, nel frattempo: Barack rosicchia qualcosina
2.04 – Settanta a trenta in North Carolina: se al 20% delle contee siamo ancora lì, è cappotto
2.02 – Sembra che tra quindici minuti ci sarà una conferenza stampa al quartier generale di Obama: dite che parla così presto?
2.00 – Sembra che stavolta Obama in North Carolina abbia battuto Hillary anche nel voto dei bianchi
1.58 – Nonostante dopo oltre un terzo dello spoglio Hillary abbia ancora un solido vantaggio in Indiana, la Cnn continua a ritenerli too close to call e non chiama nessun vincitore
1.50 – Approfittiamo di questo momento transitorio per farci un caffelatte, si torna tra breve
1.48 – Bum! In questo momento in North Carolina Obama 65%, Hillary 32%, ma siamo davvero all’inizio. Tutto fermo in Indiana
1.47 – In North Carolina le cose stanno per mettersi sui giusti binari: 49 a 46 per Hillary, e siamo ancora alla prima contea. Si accettano pronostici su vincitori e distacchi
1.45 – Cori da stadio al quartier generale di Hillary a Indianapolis
1.42 – Scherzi della statistica, si spera. In North Carolina in primi distretti vedono in vantaggio la Clinton, a fronte di una proiezione che dà una larga vittoria a Obama
1.41 – 23% delle contee, 57 a 43 per Hillary
1.39 – La chiave della serata è semplice. Hillary è contenta se vince l’Indiana a due cifre e perde la North Carolina a una; Barack è contento se vince la North Carolina a due cifre e perde l’Indiana a una. Chi dovesse trovarsi avanti in entrambi gli stati stravince
1.37 – Sia Barack che Hillary stasera hanno i loro headquarters in Indiana, dove col 19% delle contee scrutinate Hillary guida di nuovo 58 a 42
1.35 – Qui invece le proiezioni Cnn che danno Obama vincente in North Carolina: una o due cifre?
1.33 – Qui il link riguardo la questione Al Gore
1.31 – Intanto Cnn dà già Barack Obama per vincitore in North Carolina: a noi interessa sapere di quanto, però
1.30 – Un opinionista della Cnn dice che l’ipotesi di un Al Gore candidato salva convention non è poi un’ipotesi così peregrina
1.28 – Sedici per cento, ora siamo 57 a 43
1.25 – Tredici per cento delle contee in Indiana, sempre 58% Hillary, 42% Obama
1.21 – Intanto lo staff di Obama si è fatto alcuni calcoli e sembra per Hillary sia ormai impossibile superare Obama nella conta dei delegati: dovrebbe vincerle tutte con percentuali vicine all’80%, e non ci sembra possibile. Sul voto popolare, invece, qualche flebile speranza c’è ancora
1.19 – Che Obama finisca poco dietro la Clinton in Indiana sembra plausibile e c’è chi tende a considerare un segnale in questa direzione l’email che è arrivata a tutti gli iscritti alla newsletter del senatore nero: si guarda già all’Oregon, prossima corsa
1.16 – Si parte con l’Indiana, dato che in North Carolina si vota ancora. I sondaggi di Zogby sono sempre un ottimo punto di riferimento: davano Obama avanti di due punti e in questo momento è sotto di sedici. Ma siamo appena al 10% delle contee