Wrong guy
Volevo scrivere qualcosa sulla botta tremenda che si è presa a Roma, ma Corrado ha già detto tutto quel che c’era da dire. Se vinci nei Municipi e alla Provincia e perdi al Comune, altro che “controvento”, altro che “ondata nazionale”: hai sbagliato il candidato.
Ricapitoliamo: nel 2005 gli inamovibili D’Alema, Rutelli e Marini frenano sul Partito Democratico e architettano il caravanserraglio dell’Unione che ci fa perdere le elezioni dopo cinque anni di governo Berlusconi. A causa di una serie di fortunati eventi (i senatori all’estero e ventiquattromila voti su trenta milioni) vinciamo le elezioni, facciamo il governo più impopolare della storia italiana. Serve una svolta, si fa il Pd, si prende l’unico leader di centrosinistra con un briciolo di popolarità e gli si fa fare il segretario (naturalmente gli inamovibili D’Alema, Rutelli e Marini accolgono festanti la sua candidatura e lo appoggiano). Cade il governo, il segretario ha davanti una sconfitta certa di almeno venti punti e allora cerca di inventarsi qualcosa: azzecca tante cose, qualcuna la sbaglia, alla fine perde di nove punti. A Roma lui era stato eletto sindaco con venti punti di vantaggio solo due anni fa, stavolta si decide di candidare l’inamovibile Rutelli, cocco degli inamovibili D’Alema e Marini e i romani votano il centrosinistra dappertutto ma non votano lui. Sapete cosa succederà adesso? Che gli inamovibili Rutelli, D’Alema e Marini daranno la colpa di tutto a Veltroni e riprenderanno in mano la situazione, telefoneranno a Bertinotti riaprendo loro le porte delle alleanze e strizzeranno l’occhio a Casini. Partito moderno? Magari un’altra volta.
Insomma, ecco il paradosso: Veltroni si trova a guidare un partito appena nato in un’elezione resa praticamente impossibile dagli errori e dalle negligenze di quella classe dirigente che oggi, dentro il suo stesso partito, sta ostacolando il suo sforzo di superare le logiche e i meccanismi che hanno prodotto quegli errori e quelle negligenze. Una storia che dice molto di quel pantano che è diventata la politica italiana e delle resistenze a cui va incontro chiunque provi a cambiare qualcosa.
4 aprile 2008