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Ti piace vincere facile?

per Pennarossa

A campagna elettorale conclusa, un dato è ormai acquisito: nulla di quel che abbiamo visto in questi due mesi sarebbe successo se il Partito Democratico non avesse deciso di correre da solo, liberandosi della zavorra dell’estrema sinistra. In presenza di una legge elettorale che premia chi prende un voto più degli altri, questa appariva ai più come una scelta suicida.

In realtà, oggi possiamo dire che senza quell’intuizione il Partito Democratico non sarebbe mai arrivato alla vigilia delle elezioni con la concreta possibilità di vincerle: la riproposizione di un’alleanza da Bertinotti a Mastella avrebbe generato una campagna elettorale depressa e deprimente, regalando al centrodestra una vittoria di proporzioni inimmaginabili. Di più: la scelta del Partito Democratico di andare da solo ha ridisegnato lo schema politico italiano, permettendo al centrodestra di liberarsi di Casini e dare il via al progetto – oggi lista elettorale, domani chi lo sa – del Popolo della Libertà.

C’è da dire che se Berlusconi e Fini avessero avuto un po’ di coraggio in più – andando anche loro da soli – avremmo finalmente assistito a una campagna elettorale di respiro europeo, con due grandi partiti, uno conservatore e uno progressista, a contendersi il governo del paese. Invece il Popolo delle Libertà, in continuità con la decisione di non cambiare la legge elettorale ché “gli scappava di votare subito” (cit.), ha preferito non liberarsi delle ali estreme e ha rilanciato un modello coalizionale del centrodestra che speravamo di non rivedere più, permettendo così a Walter Veltroni di rafforzare ancora di più l’impostazione della sua campagna elettorale in ‘passato vs. futuro’.

L’alleanza di cui è protagonista il Popolo delle Libertà è in effetti particolarmente strana. Da una parte la Lega Nord, dall’altra il Movimento per l’Autonomia: due movimenti autonomisti che delimitano i confini dell’alleanza di centrodestra e renderanno particolarmente complicata l’azione di un eventuale governo Berlusconi-ter.

La scelta del Popolo delle Libertà di correre con la Lega Nord e il Movimento per l’autonomia non è deprecabile solo perché ci ha privati di una campagna elettorale più moderna, ma anche perché è destinata a condizionare pesantemente il percorso verso le riforme che bisognerà necessariamente intraprendere dopo il voto. Un eventuale governo di centrodestra retto su una risicata maggioranza al Senato, come potrebbe sfuggire al ricatto della Lega nel cammino verso una legge elettorale che premi i partiti più forti penalizzando i partitini?

Da tempo si sussurra di un Berlusconi voglioso di chiudere la sua carriera politica con un profilo bipartisan che possa portarlo al Quirinale: eventualità parecchio remota, finché il Cav. continuerà ad andare a braccetto con Raffaele Lombardo e Umberto Bossi.