Non è un mestiere per vecchi
Decidi di tornare a casa per Pasqua ché son due mesi che non ti fai vedere, pensi di viaggiare in aereo, poi in un baleno cambiano tutti i programmi e finisci a Milano a dirigere una campagna elettorale, per cui la vacanza si riduce a sabato, domenica e lunedì. Cerchi un aereo a un prezzo abbordabile e non lo trovi, opti per l’accoppiata treno/pullman, dato che vuoi evitare di viaggiare in quel carro da bestiame che è la freccia del sud. Devi quindi spostarti da Milano a Roma e devi prendere una coincidenza a Roma alle 21,30. Siccome sei prudente, decidi di scartare il treno che arriva a Roma alle 20,30 (solo un’ora prima, roba da principianti) e prendere l’Eurostar delle 15,00, che arriva a Roma Termini alle 19,30. Due ore prima: pensi che potresti persino cenare a casa. Fino a Firenze va tutto liscio, poi il treno si ferma e tu pensi che porca miseria, vuoi vedere che mi tocca cenare da McDonald’s (e sotto sotto la cosa non ti dispiace). Solo che il treno non riparte: ritardo di venti minuti, ritardo di quaranta minuti, ritardo di cinquantacinque minuti. Inizi a pensare all’impossibile. Ritardo di settanta minuti. Ritardo di ottantacinque minuti. Ritardo di novanta minuti. Tenti vanamente di diffondere un allarme bomba alla stazione per bloccare tutti i mezzi in partanza (compreso il mio). Poi arriva il triplice fischio. Il treno arriva a Termini alle 21,25, la coincidenza è alle 21,30. Bene, no? Peccato che la coincidenza è a Tiburtina. Quindi metti i piedi a Termini, corri alla velocità della luce, prendi la metro (che aspetti per ben quattro preziosissimi minuti), scendi a Tiburtina, voli verso il terminal dei bus e arrivi lì alle 21,37. Dodici minuti netti, metro compresa: tempo di valore europeo. Se non fosse che la coincidenza è persa. E quindi, nell’ordine: riprendi fiato, ti incazzi, riprendi fiato, ti incazzi, vai a casa, prendi le chiavi della macchina, sali in macchina, accendi il navigatore e vai. Sono le 23,30, ti aspettano settecentottantasette chilometri, il diluvio universale e la Salerno-Reggio Calabria. Dopo undici ore, un pieno di benzina, tre cappuccini, due caffè, una red bull, un capri, un granprovolo sei a casa. Wow. Fino a lunedì sera, ovviamente: poi pullman verso Roma, treno per Milano e via dicendo