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Born to run

Lo confesso, fino a oggi questa campagna elettorale non mi ha appassionato granché: un po’ perché non so voi, ma io mi sono veramente stufato del plot secondo cui Berlusconi dice una scemenza al mattino e tutti si affrettano a dire cose ancora più stupide per il resto della giornata, cadendo perfettamente nella trappola (chi ha parlato di Ciarrapico, ieri?). Un po’ perché – messi da parte gli ammirevoli sogni di rimonta di Veltroni – comunque vadano a finire queste elezioni il Senato sarà con ogni probabilità un suk ingovernabile, e toccherà trovare soluzioni di altro tipo.

Da qualche giorno però qualcosa è cambiato, e mi rendo conto proprio mentre scrivo che con ogni probabilità questa campagna elettorale finirò per ricordarla per un bel po’. Ivan Scalfarotto mi ha chiesto di dirigere la sua campagna elettorale, e io ho accettato con entusiasmo e un po’ di emozione. Come potete immaginare, le cose da fare sono innumerevoli: organizzare eventi e dibattiti (ma fortunatamente Ivan riceve inviti praticamente dappertutto), gestire il fundraising, mettere in piedi un ufficio stampa, pensare una strategia per la comunicazione, produrre materiali testuali e audiovisivi. Ovviamente non sarò solo: tanta gente in gamba ha già dato la sua disponibilità a dare una mano e, anzi, chiunque volesse aiutare può fare una donazione ai Mille o iscriversi al circolo “Barack Obama”, ché il Ning scoppia di idee e proposte.

Domattina presto un aereo mi porterà a Milano, e rimarrò lì fino alla data delle elezioni. Dopo le elezioni, comunque vada, tornerò a Roma. Sperando che Roma abbia un inquilino in più.