Questo sito contribuisce alla audience di IlPost

Al lupo, al lupo

Era il novembre del 2006, io ero tutto preso dalla scrittura della tesi di laurea e la cosa mi portava a passare giornate intere a rovistare tra i quotidiani degli anni Sessanta in questa biblioteca. Avevo dei tempi abbastanza stretti per finire la tesi, perciò arrivavo prima che la biblioteca aprisse al pubblico e andavo via quando la signora coi capelli biondi mi si avvicinava per la seconda volta a dirmi piano “chiudiamo”. Questo per dire che facevo delle levatacce per trovare parcheggio in tempo e avevo quindi un appuntamento fisso in auto con l’ottima rassegna stampa di Massimo Bordin.

Una mattina, però, invece della solita raucedine di Bordin, salta fuori una voce femminile che annuncia un imminente messaggio urgente di Marco Pannella. Il leader radicale ha una voce sofferente e inizia a biascicare parole durissime: denuncia “episodi sempre più gravi” che stanno accadendo, lamenta “violazioni del diritto e della legalità”, inammissibili “soprusi”, addirittura “azioni infinitamente più gravi dello squadrismo prefascista”, “negazione della legalità, dei diritti e degli standard internazionali di democrazia”, “violazioni fondamentali delle leggi della repubblica e della civiltà”, “violenze compiute, organizzate e previste”.

Io, complice anche il rincoglionimento mattutino, pensai che nella notte era scoppiata la guerra civile, che i colonnelli avessero preso il Quirinale, che i tank stessero marciando su Roma. Invece poi ricostruii come tale profluvio di parole fosse riconducibile alla vicenda dei due senatori che secondo i Radicali spettavano alla Rosa nel Pugno in nome di un presunto difetto interpretativo della legge elettorale.

Questo per dire che quando oggi ho letto che Pannella ha iniziato lo sciopero della sete – lo sciopero della sete! – per due posti in più su una lista bloccata non mi sono affatto sorpreso. E la prossima volta che mi invita a unirmi a un satyaqualcosa, lo mando a quel paese.