Pochi ma buoni
Oggi Lanfranco Pace mette bene per iscritto una cosa che penso da tempo e che ho avuto anche modo di dire, suscitando qualche faccia strana (non ricordo se qui o altrove).
Le cose buone possono farle indifferentemente sia la destra che la sinistra purché moderne e ambiziose. Credo poi che in una democrazia matura, in un paese complesso, ognuno dovrebbe votare non secondo la propria personale visione del mondo ma più prosaicamente in funzione di un problema, di una rivendicazione che ritiene importante per se stesso e delle soluzioni proposte dai vari politici. L’alta affluenza alle urne non è un segno della grandezza di una democrazia. Se per le alte percentuali di affluenza e consenso si è coniata l’espressione “voto bulgaro”, converrà preferire la modesta partecipazione di paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna. Se otto, nove elettori su dieci corrono alle urne, il più delle volte vuol dire che è in corso uno scontro ideologico, muro contro muro, senza rilevanza materiale. C’è quindi poco da rallegrarsi. Credo che il voto di lobbie, di gruppo, sociale o culturale, mobile, agile ma determinato nel raggiungere i suoi obiettivi, sia più dinamico, più ricco di opportunità e conquiste di quanto possa esserlo il voto incatenato a un partito per la vita, in una fissità che ricorda semmai la morte.
Lanfranco Pace, Allora ecco come fu..