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In volata

La corsa delle primarie americane è entrata nel vivo con il voto in Nevada e in South Carolina (solo per il Gop).

Sul fronte repubblicano, il Nevada la vittoria è andata a un Mitt Romney che (come avevamo anticipato) è ormai il vero front-runner del partito di minoranza al congresso. La strada verso la nomination è ancora in salita, ma la vittoria di McCain non sembra preoccupare più di tanto l’ex-governatore del Massachussets: il veterano del Vietnam nella sua vittoria in South Carolina ha confermato di andare molto forte tra gli indipendenti e molto meno tra i repubblicani, e questa tendenza non accenna a invertirsi. Con Giuliani sempre più inesistente, protagonista della peggiore campagna elettorale di sempre e – stando a quel che dicono i sondaggi – sempre più lontano dalla vittoria in Florida, la lotta alla nomination è ormai una sfida Romney-McCain, con il primo decisamente in vantaggio sul secondo (scusate, ma mi rifiuto di prendere sul serio Huckabee).

Sul lato democratico, la vittoria di Hillary Clinton in Nevada è un bel colpo. Una vittoria preventivabile, seppure una serie di circostanze (l’appoggio del sindacato dei cuochi a Obama, la scelta di tenere i caucus anche sulla strip) aveva sembrato dare un certo vantaggio a Barack Obama fino a qualche giorno fa. Obama ha incassato la quasi totalità dei voti afroamericani, ma questa non è completamente una buona notizia: si è detto a lungo che la forza di Obama è il saper parlare a tutto il paese non da nero, ma da democratico; conquistare i voti dei neri perchè interessato alla tutela delle fasce sociali più deboli e non semplicemente perchè nero. In Nevada Obama ha conquistato i neri ma ha ceduto gli ispanici a Hillary: segno che qualcosa non è andato come doveva.
Barack Obama è davanti a un bivio. Sta conducendo una campagna al di sopra di ogni aspettativa (guardatevi i sondaggi pre-Iowa per capire quanto sia pazzesca la sua rimonta), ma proprio quella vittoria potrebbe avere acceso i riflettori su di lui troppo presto. Ha perso negli ultimi due stati, ma ha due delegati in più di Hillary. Con ogni probabilità è destinato a vincere in South Carolina, ma questo potrebbe non bastare per prendere davanti l’ultima curva prima del Supertuesday, a meno che il prevedibile flop di Edwards in South Carolina (dove gioca in casa) non lo spinga a ritirarsi prima del 5 Febbraio (secondo me lo farà dopo).

Previsioni finali? Alle presidenziali Romney se la giocherebbe alla pari con Obama, che sarebbe invece messo in seria difficoltà da McCain. Hillary non avrebbe grossi problemi contro Romney, mentre se la giocherebbe più o meno alla pari con McCain. La sensazione è che un ticket Clinton-Obama sbaraglierebbe tutti, e darebbe modo a Barack di riprovare tra otto anni senza che nessuno possa più dirgli che è bravo ma “inexperienced”. Barack avrebbe un ottimo maestro da cui imparare alla Casa Bianca, se non fosse che proprio quel maestro non fa altro che attaccarlo da settimane: tra i due potrebbero esserci scintille, anche dopo Novembre. Ma è ancora troppo presto per parlarne.