La Turigliatto de noantri
La cosa che meno mi piace del voto di ieri in Senato non è che il governo si sia salvato grazie al voto di Francesco Cossiga (se ci pensate c’è da star male: siamo nel 2007 e Cossiga decide ancora le sorti dei governi), quanto che senza quel voto il governo sarebbe stato sfiduciato e sarebbe caduto, portando probabilmente con sè il protocollo sul welfare, la finanziaria 2008, forse la riforma elettorale, eccetera. E sarebbe caduto grazie al voto contrario di due senatori eletti nelle fila dell’Unione. Uno lo conosciamo bene, e non ci stupiamo più: Franco Turigliatto. L’altra è Paola Binetti, che ha negato la fiducia al governo al termine di una delirante dichiarazione di voto (“Mi auguro solo che lo Spirito Santo scenda su quest’aula perchè non so proprio se, alla fine, potrò votare il decreto”).
Paola Binetti è membro di un gruppo parlamentare e di un partito che sostiene il governo dandogli la propria fiducia: ne tragga le sue conclusioni. E se non riesce a trarle, lo faccia qualcuno per lei. Magari chi ha avuto la geniale idea di candidarla alle elezioni.