“Hey, how ya doing, Dalai Lama” (cit.)
Ora, e qui so di andare controcorrente, non ho grandi simpatie per il Dalai Lama almeno quanto non ne ho per la Cina. E’ un mio problema: non riesco a guardare con favore a capi di Stato non eletti che restano al potere vita natural durante sulla base di un principio divino (leggasi teocrazia o dittatura), governando paesi in cui sono in vigore la schiavitù e le punizioni corporali, o dove le relazioni economiche e commerciali sono basate su un sistema feudale.
Detto questo, le ragioni per cui le istituzioni italiane si voltano dall’altra parte davanti al Dalai Lama non stanno certo nella tutela dei diritti umani, bensì in una codardia imperdonabile e vigliacca. Dobbiamo dirlo: non ci facciamo una bella figura.
Ho scritto su Pennarossa a proposito della vicenda della prossima visita del Dalai Lama in Italia.
P.S.: La citazione nel titolo è per solutori più che abili