Una persona seria
La prima campagna elettorale che ho seguito con attenzione – partecipando a eventi e dibattiti, leggendo articoli, parlando con diverse persone – è stata certamente quella per l’elezione del presidente della provincia di Catania del 2003. Si sfidavano lo stra-favorito Raffaele Lombardo (che meriterebbe un capitolo a parte) e Claudio Fava.
Claudio Fava aveva un ruolo piuttosto controverso nel centrosinistra dell’epoca. Se volete la mia opinione spassionata, non era visto benissimo nel centrosinistra e soprattutto nel suo partito e non c’è da stupirsi: la cosa accade frequentemente a tutte le persone di valore del centrosinistra siciliano, vedi anche alla voce Anna Finocchiaro. Ambienti amici e vicini tentarono più volte di metterlo in difficoltà, diffondendo notizie false sul suo conto, alimentando pettegolezzi sul suo carattere, sul suo essere o meno “tirchio” o “troppo serio” (accuse di un certo spessore, come vedete). Più volte tentarono di fregarlo, finchè non risolsero il problema mandandolo a Bruxelles. Lui prese una valanga di voti (oltre centoquarantamila), andò a Bruxelles e continuò a fare egregiamente il suo lavoro. Quando si trattò di decidere chi opporre allo schiacciasassi Lombardo, la scelta dei compagni cadde su di lui, e lui accettò di buon grado: hai visto mai che stavolta riusciamo finalmente a togliercelo di torno? Lui si rese protagonista di una bellissima campagna elettorale, ma non riuscì a ribaltare i pronostici: Lombardo vinse, e qualcuno mormorò che forse erano riusciti a bruciare Claudio Fava una volta per tutte.
L’appuntamento decisivo per risolvere la questione erano le europee dell’anno seguente: sarebbe riuscito Fava a essere rieletto e conservare il suo seggio? L’Ulivo aveva deciso di puntare forte su altri candidati, dall’ex-Cisl Luigi Cocilovo all’ex-Fi Ferdinando Latteri, osannatissimo a ogni uscita pubblica in campagna elettorale. Il copione era fin troppo semplice: Fava manca la rielezione e torna a scrivere libri e sceneggiature. Però il verdetto delle urne sorprende: Fava centra la rielezione risultando uno dei candidati più votati d’Italia e guadagnando oltre 80.000 voti rispetto a quelli che aveva preso nella prima elezione. Ferdinando Latteri viene sonoramente trombato (e sarà la prima bocciatura di una lunghissima serie). Palla al centro: Claudio Fava continua a fare il suo lavoro, e a farlo benissimo.
La notizia di questi giorni è che Claudio Fava – che nel frattempo ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel Parlamento Europeo coordinando l’inchiesta sulle extraordinary renditions della Cia – è stato recentemente insignito del premio di europarlamentare dell’anno da un settimanale del gruppo dell’Economist. E’ un premio importante e prestigioso, che premia il lavoro di una persona seria.
Mi sono laureato con una tesi di laurea su Giuseppe Fava il 21 Dicembre dello scorso anno. Nella scrittura della tesi e nel reperimento del materiale avevo potuto contare sull’aiuto di alcune persone di Itaca, l’associazione di cui Claudio Fava è fondatore. Quel 21 Dicembre, quindi, a sera, prima di andare a festeggiare, passai dalla sede di Itaca per regalargli una copia della tesi. Si dimostrò ancora una volta persona di estrema cordialità, alla faccia di chi lo dipinge come burbero o “incapace di sorridere”. Conservo un ottimo ricordo di quei dieci minuti passati nel suo studio. Claudio Fava è la persona che in assoluto mi dispiace di più non avere accanto nel Partito Democratico, e sono convinto che per lui la discriminante fondamentale sia stata proprio la collocazione europea del nuovo partito. E’ un peccato, ma c’è tempo per rimediare.