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Enzo Biagi

Enzo Biagi

E’ già il secondo post-coccodrillo in due giorni, ma quando gira così c’è poco da fare.

Pochi mesi fa ebbi l’opportunità di conoscere Enzo Biagi. Era aprile, Rotocalco Televisivo era alle sue prime puntate e fui contattato da Loris Mazzetti, ex-capostruttura di Raiuno e braccio destro di Biagi. Cercavano la trascrizione di una intervista che Biagi fece a Giuseppe Fava, trovarono me che avevo scritto la tesi di laurea proprio su Giuseppe Fava raccogliendo una mole enorme di materiale sul giornalista catanese. Inviai a Mazzetti la trascrizione dell’intervista, mi ringraziò anche a nome di Biagi, mi invitarono a seguire le registrazioni di una puntata di Rotocalco Televisivo. Poi, un po’ perchè erano le mie prime settimane a Roma e avevo un miliardo di cose da fare tra cercar casa e iscrivermi all’università, un po’ perchè il programma si registrava direttamente a casa di Biagi, non se ne fece nulla. Mi dispiace.
Enzo Biagi è stato un grande giornalista che ha fatto una gran carriera e ha subito un grande torto. Penso che la conseguenza più grave dell’editto bulgaro non sia stata tanto l’estromissione dalla tv, quanto l’aver dato a Biagi (ma anche a Luttazzi, Santoro ce l’aveva da prima) una giustificata e legittima rabbia che ha finito per appannare la qualità dei commenti sull’attualità politica degli ultimi anni. E’ stato un peccato: Enzo Biagi è stato uno dei narratori di storie più bravi che abbiano mai scritto su un quotidiano italiano. Un cronista, come amava definirsi.