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Grindhouse – Come rovinare un film

grindhouseposter.jpgSono un estimatore di Quentin Tarantino. Penso che abbia una cultura cinematografica pressochè unica al mondo e un talento notevole dietro la macchina da presa. Non tutti i registi che hanno avuto il suo successo in termini di premi, pubblico e critica (tutti insieme!) sono riusciti a conservare negli anni quella spensieratezza che Tarantino dimostra tutt’ora: una leggerezza (ma vorremmo dire menefreghismo) che gli permette di alternare un kolossal alla Kill Bill ad un episodio di Csi, la lavorazione di Inglorious Bastards al divertissement di Grindhouse insieme al suo amico Robert Rodriguez. Perchè – e veniamo a Grindhouse – di questo si tratta: un simpatico ed efficace esercizio di stile.
Grindhouse è un film che sta in piedi sulla sua confezione alla b-movie anni ’70, grazie ad alcune caratteristiche ben precise: il mettere in scena uno dietro l’altro due film completamente indipendenti l’uno dall’altro per regia, attori e trama; la presenza di finti trailer di finti b-movie all’inizio della pellicola e tra i due film.

Succede però che in Usa il film non tira granchè, e allora cosa ti combina la casa di produzione italiana nel resto del mondo? Separa inspiegabilmente i due film, facendo uscire da solo l’episodio di Tarantino (che si chiama Death proof), allungato con alcune scene tagliate nell’edizione originale. Il tutto, tranciando di netto il secondo minifilm – Planet terror di Rodriguez, che uscirà l’anno prossimo – i finti trailer che fanno da cornice al film. Un disastro.

Death proof da solo riesce ad essere allo stesso tempo di breve durata ed estremamente lento nelle scene aggiunte forzosamente, di trama debolissima e intreccio praticamente assente. D’altra parte, era un minifilm fatto per essere parte di un prodotto più ampio, e non per uscire da solo. Dato che la versione originale di Grindhouse arriverà in Italia forse solo in dvd, l’unico modo per vedere il film così come era stato pensato dai suoi registi era scaricarlo da Emule, e questo ho fatto.
In versione originale, il film guadagna cento punti: i trailer sono brillanti ed divertenti, i due filmetti si reggono benissimo in piedi l’uno con l’altro, con un Planet Terror che ha qualcosa in più del solito Rodriguez splatterone e un Death proof con gli ultimi venti minuti capolavoro. Il tutto in oltre due ore senza i tempi morti dovuti alle scene aggiunte nell’edizione italiana per allungare il brodo. Insomma, in conclusione: evitate Death proof, comprate il dvd di Grindhouse quando uscirà (vi direi di scaricarlo, ma poi mi s’incazza l’Elton John).