Il qualunquismo del Parlamento Pulito secondo Michele Serra
Michele Serra, che certo non può essere accusato di aver pregiudizi nei confronti di Beppe Grillo (ne è amico e autore), è la persona che ha detto (non trovo il link, ma era nella puntata su Beppe Grillo de “La storia siamo noi”):
Beppe può dire le cose che dice perchè è un comico, vuole far ridere. Se un politico dicesse le cose che dice lui, non lo voterei mai.
La cosa ci sembra sacrosanta, e ci sembra colga perfettamente il punto focale della trasformazione di Beppe Grillo da comico geniale a santone moralista e populista. A proposito di uno dei cavalli di battaglia di Grillo – il Parlamento Pulito – sempre Michele Serra qualche giorno fa su Repubblica assesta un colpo mica male, senza citare direttamente Grillo ma chiamandolo esplicitamente in causa:
Via i condannati dal Parlamento: evviva, sarebbe ora, meglio tardi che mai. Ma anche via gli assenteisti dagli ospedali e dagli uffici pubblici (vedi il caso di Perugia), perchè il vecchio slogan dell’Espresso anni Sessanta (“Capitale corrotta, Paese infetto”) andrebbe letto al rovescio, almeno ogni tanto: Paese infetto, Capitale corrotta.
Sono italiano ormai da più di cinquant’anni, e mi sono fatto l’idea che tra potere e società non ci sia quasi alcuna differenza di calibro etico. Elettori che considerano la furbizia una virtù eleggeranno politici che sono il loro specchio fedele. Un dipendente pubblico che va a fare la spesa, o un secondo lavoro in nero, o i propri comodi, facendo timbrare il cartellino a un collega e rubando i soldi (pubblici) del suo stipendio, è il degno elettore di un deputato ladro. E questo, mi sembra, si dice poco, o non si dice abbastanza: cercasi un blog che punti il dito contro il cosiddetto “uomo della strada” quando si comporta male. Il qualunquismo è esattamente questo: individuare nel Palazzo un comodo e vistoso capro espiatorio. Non affondare mai lo sguardo nel sociale, nei suoi vizi e nelle sue storture. Ad abusare del proprio potere si comincia da piccoli. La disonestà e la prepotenza di rione sono i mattoni che costruiscono un Palazzo marcio.
Michele Serra, L’amaca, 19 Luglio2007
Applausi.